di Luca Baldazzi

    La Relazione del Cnel sui servizi pubblici 2025 segnala che il definanziamento della Sanità pubblica si riscontra “da molti anni e in particolare dal 2015”. Nell’ultimo decennio il fabbisogno sanitario nazionale è “cresciuto di circa 24 miliardi, con un incremento medio annuo in termini nominali del 2%, equivalente in termini reali al +0,2%”. Per il finanziamento pubblico “nel 2023 l’Italia registra una quota di spese sanitarie al 74%, contro una media europea pari al 77,3%”.

    La relazione segnala inoltre come i medici di base siano in diminuzione con “carenza di personale anche nell’area dell’emergenza-urgenza”. Il deficit di infermieri rispetto alla media europea supera le 180mila unità. “Sempre più giovani professionisti – rileva il Cnel – preferiscono intraprendere la strada dell’estero o del privato, una ‘fuga’ che rischia di ricadere sulla tenuta del sistema pubblico nei prossimi anni, in particolar modo nei territori più fragili”.

    Continuano poi a sussistere “significative discrepanze su base regionale e anche tra i territori subregionali, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo”. I divari “investono la scarsa offerta di servizi e la fragilità infrastrutturale in diverse aree del Paese”.

    ARTICOLO 32, agenzia di stampa iscritta in data 5 novembre 2025 al n. 116/2025 del Registro Stampa del Tribunale di Roma

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