I successi delle politiche di riduzione del danno in un’analisi globale del Dottor Delon Human, medico sudafricano da sempre impegnato nella lotta al tabagismo.

    Riproduciamo in integrale da Sigmagazine l’articolo di Delon Human, fondatore di Smoke Free Sweden che sintetizza i maggiori risultati ottenuti in diversi paesi (Svezia, Gran Bretagna, Giappone, Nuova Zelanda) nella riduzione del consumo di tabacco combusto attraverso l’utilizzo di sigaretta elettronica, riscaldatori di tabacco e bustine di nicotina (snus). Questo intervento si inserisce con forza nel dibattito alla vigilia di Cop 11, la conferenza delle parti sul controllo del tabacco che si terrà a Ginevra tra il 17 e il 22 novembre.

    La sigaretta elettronica salva vite e Cop11 deve riconscerlo

    di Delon Human – Dalla sua nascita nel 2023, il movimento Smoke Free Sweden celebra una straordinaria storia di successo nel campo della salute pubblica. Rendendo lo snus e le bustine di nicotina accessibili, accettabili e convenienti, la Svezia ha ridotto il fumo a solo il 5,3% della popolazione adulta – il tasso più basso d’Europa. È destinata a diventare il primo Paese al mondo a raggiungere lo status ufficiale di “smoke-free”, ben prima dell’obiettivo fissato dall’Unione europea per il 2040. Questa rivoluzione si è tradotta in benefici concreti per la salute: gli uomini svedesi registrano tassi di mortalità per cancro ai polmoni inferiori del 61% rispetto alla media dell’Ue e i decessi complessivi per cancro sono inferiori di un terzo. Si stima che l’approccio svedese salvi circa 3mila vite ogni anno.


    Smoke Free Sweden ha ora completato una ricerca fondamentale che dimostra che la Svezia non è un caso isolato. Il rapporto “The Safer Nicotine Revolution: Global Lessons, Healthier Futures” mostra come altri Paesi che hanno adottato alternative più sicure alla nicotina stiano osservando lo stesso schema: rapidi cali del fumo e miglioramenti misurabili negli esiti sanitari. Questi esempi offrono prove convincenti per i responsabili politici in vista della Cop11, l’undicesima Conferenza delle parti della Convenzione quadro dell’Oms per il controllo del tabacco.
    L’esperienza del Giappone evidenzia l’impatto dei prodotti a tabacco riscaldato. Dalla loro introduzione un decennio fa, le vendite di sigarette si sono più che dimezzate, mentre la prevalenza del fumo è scesa dal 21% al 16%. I modelli sanitari suggeriscono che, se metà dei fumatori giapponesi passasse a questi prodotti, si potrebbero evitare 12 milioni di casi di malattie legate al fumo. Gli studi sui biomarcatori confermano che chi effettua la transizione registra un’esposizione significativamente inferiore a sostanze tossiche e infiammazioni.
    Nel Regno Unito, la sigaretta elettronica è stata integrato nelle terapie del Servizio sanitario nazionale per smettere di fumare. I tassi di fumo si sono quasi dimezzati dal 2011, passando dal 20,2% all’11,9%. Oggi, 5,5 milioni di adulti svapano e più della metà ha smesso completamente di fumare. I ricercatori prevedono che il vaping eviterà 166 mila morti premature nel Regno Unito entro il 2052, e i dati attuali mostrano già un calo della mortalità cardiovascolare, dei decessi per Bpco e dei ricoveri ospedalieri legati al fumo. Anche nel giro di poche settimane, i fumatori che passano alla sigaretta elettronica mostrano miglioramenti nella pressione sanguigna e in altri indicatori di salute.
    L’approccio della Nuova Zelanda è stato altrettanto trasformativo. Legalizzando e promuovendo il vaping e il tabacco riscaldato come strumenti per smettere di fumare, la prevalenza del fumo si è dimezzata in soli sei anni. Quasi l’80% degli svapatori quotidiani è composto da ex fumatori. I ricoveri per Bpco sono diminuiti di quasi il 30%, i decessi cardiovascolari legati al fumo del 20%, e i modelli sui biomarcatori prevedono un guadagno complessivo di quasi 200mila anni di vita corretti per la qualità.
    Ciò che accomuna Svezia, Giappone, Regno Unito e Nuova Zelanda non è la geografia o la cultura, ma l’adozione di strategie di riduzione del danno che offrono ai fumatori accesso ad alternative più sicure. Il nostro rapporto sulla nicotina più sicura documenta come questo approccio riduca sistematicamente il fumo, diminuisca il carico delle malattie e prolunghi la vita. Si tratta di un dibattito cruciale per l’Africa, dove i tassi di fumo restano elevati e il peso delle malattie legate al tabacco continua a crescere.
    Per i governi che si riuniranno alla Cop11 di Ginevra a novembre, la lezione è inevitabile. I negazionisti non possono più affermare che la riduzione del danno sia solo teorica. Sta già accadendo, con benefici misurabili su larga scala. Se i Paesi applicassero queste lezioni nell’ambito del controllo globale del tabacco, milioni di vite potrebbero essere salvate e i progressi verso un mondo senza fumo accelererebbero significativamente.

    ARTICOLO 32, agenzia di stampa iscritta in data 5 novembre 2025 al n. 116/2025 del Registro Stampa del Tribunale di Roma

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